lunedì 20 febbraio 2012

io clown di corsia...

Lunedì 20/02/2012

Ieri sono stata mandata di nuovo all’ospedale Nord, dove l’aria che si respira è decisamente più pesante rispetto a quella del SS.Annunziata,dove il dolore e la sofferenza si possono toccare quasi con mano,dove rivedi  sempre gli stessi volti sofferenti e speranzosi e speri di non affezionarti perché in fondo nutri la speranza di poterli rincontrare fuori da quel posto…e invece li ritrovi sempre lì. Ieri ho incontrato molti dei malati che ho conosciuto due domeniche fa,mi ricordavo alcuni dei loro nomi e alcuni di loro si sono anche ricordati di me. Mi è rimasto dentro il viso di un uomo malato di leucemia che due domeniche fa giocava con suo figlio piccolo ed era sorridente,mentre ieri per colpa dei suoi valori troppo bassi non è riuscito a vedere il suo piccolino. Gli ho letto dentro quel dolore quasi soffocato,aveva in volto la paura di non riuscire a farcela,poi è bastato attaccargli al pigiama una piccola mollettina con una coccinella sopra e i suoi occhi per un attimo hanno ricominiciato a sorridere…un gesto apparentemente banale ma profondo come nessun altro.
Ho ripensato spesso a quel papà quando sono andata via, ho provato ad immaginare cosa significhi per lui vivere con la paura di non poter vedere suo figlio crescere,ho provato ad immaginare cosa significa riuscire a vivere giorno per giorno e quanto sia importante affrontare un’ intera giornata nelle sue condizioni. Gli ho stretto forte la mano e gli ho fatto un grosso in bocca al lupo, non so quanto possa servire,ma in quella stretta di mano ci ho messo tutta la forza che avevo in quel momento.
Ieri ho anche conosciuto un’artista scultore che ha vissuto la sua giovinezza a Parigi,una simpaticissima signora di Grottaglie che mi ha abbracciato quasi come se fossi sua nipote,un enigmista calabrese e nel reparto oculistica ho trovato addirittura il PRINCIPE FILIPPO DI EDIMBURGO che al posto della divisa militare aveva un fantastico pigiama blu e al posto della spada aveva un fiore a palloncino :D tutto questo con un tramonto fuori da togliere il fiato e la speranza mia per loro di un futuro migliore….


P.S
tengo a precisare che non scrivo tutto ciò per sentirmi dire quanto sono fantastica a fare questo,se ho deciso di rendere pubbliche le mie emozioni una volta fuori dagli ospedali è solo  affinchè possiate capire l'importanza di vivere giorno per giorno,l'importanza FONDAMENTALE di non dannarsi per problemi banali o alle volte quasi inesistenti e di dare il giusto valore alla nostra vita che, il più delle volte,viene  ampiamente sottovalutato.

domenica 12 febbraio 2012

ciao...

le brutte notizie di una fredda domenica invernale....ciao Witney...grazie per aver fatto da colonna sonora ad alcuni dei giorni piu belli della mia vita.... REST IN PEACE!

lunedì 6 febbraio 2012

io...clown di corsia...



Domenica 05 Febbraio 2012

"Picci tu oggi al pronto soccorso!"
"ok!"

Prendo l'ascensore, che dal sesto piano mi porta al pian terreno, le gambe che tremano per la tensione,il battito cardiaco leggermente accellerato e la paura di trovarmi ad affrontare situazioni più grandi di me. Si aprono le porte, faccio un bel respiro profondo,mi metto il naso rosso e vado incontro a quelle grandi porte bianche. Prima sala d'attesa,codice giallo, una barella ferma lì da 4 ore...un paio di coperte e una nonnina avvolta dentro.
E. 82 anni, al pronto soccorso perchè sabato sera è scivolata nella sua casa,dove vive da sola, e dove ha passato la notte a terra...sola....senza poter chiedere aiuto a nessuno.
C'era una signora lì con lei, non so se fosse la figlia, un'amica o una semplice vicina...non mi piace indagare, non lo faccio mai,figuriamoci in questi casi... ho preso la mano di E.,magra e infreddolita...mi ha guardata, non capiva chi fossi, io con quel naso rosso e un palloncino tra i capelli. Le ho spiegato chi ero e abbiamo fatto due chiacchiere...era stanca ma è riuscita a parlarmi mentre le tenevo la mano,o forse era lei che teneva la mia.
Poi ha girato la testa dall'altra parte, e ho capito che non voleva parlare più, mi sono allontanata in silenzio, ho rispettato la sua sofferenza e ho guardato l'altra donna. Mi è venuta spontaneamente l'idea di chiederle:

"ma perchè E. vive in casa da sola?"

"signorina,e chi ce li da i soldi per tenere una badante?"

...